Il Pane Pasquale sulla cima di Karpathos

Karpathos con i suoi profumi

Il Pane Pasquale a Karpathos si produce a Olympos, in mezzo al cielo. Questa tradizione dell’isola è un impasto di mani e uova colorate che si tramandano da secoli e sono il risultato di un rito ben preciso.

Approdati nel Porto di Pigadia si annusa subito l’odore del pescato: i polpi da fare arrosto sono stesi come bucato al sole e l’acqua che sciacquetta a ridosso del molo riflette la vivacità del luogo.
Qui si danno appuntamento gli abitanti di Karpathos per suonare il liuto, così si assiste -scendendo- anche a una sorta di teatro all’aperto dove i musicisti non rifiutano mai un bicchierino di ouzo, se glielo si offre.
I Kafeniòn, i caffè del villaggio, che un tempo erano ad uso esclusivo degli uomini, delle novità e delle chiacchiere, diventano il luogo di incontro tra locali e viaggiatori.

Il Pane Pasquale si consuma a Olympos

Parte da qui la strada che sale sul dorsale montuoso e arriva fino a Olympos. Una strada indimenticabile. Di certo non proprio comodissima, almeno non fino a qualche anno fa. Adesso, grazie ai fondi comunitari, hanno costruito una vera e propria statale, praticabile con un’auto ma anche con un motorino in affitto.
L’autobus fa servizio navetta ma non tutti i giorni. Altrimenti si può salire a bordo di un caicco fino a Diafani, l’altro porto di Karpathos che si trova proprio sotto Olympos.

Magiche sensazioni sulla banchina

Anche il Porto di Diafani, il cui significato è “trasparente” -per via delle acque azzurrate e cristalline- offre un molo che da una bella sensazione di vacanza.
Odore di cucina, di erbe aromatiche, fumi di pesce arrostito e di cicale di mare. Si può pensare di pranzare in una delle  tante trattorie vista mare e poi salire alla volta di Olympos per assaggiare il suo Pane Pasquale.
Da Diafani si prende una navetta locale e si sale a ritmo di musica greca e curve polverose.

Il sentiero che sale la cima di Olympos

Il panorama del cuore

La Pasqua a Karpathos diventa una magia. Soprattutto se per salire decidi di camminare. E’ decisamente più lunga, ma non ha eguali.
Suggestiva e teatrale, la strada sale tra due mondi completamente diversi tra loro. Si susseguono forre a precipizio, boschetti, terre franate, inframmezzate con un cielo pieno e vaporoso. Sono 42 chilometri che si percorrono in un’ora circa.
Se preferisci un motorino, che può essere una bella esperienza, meglio assicurarsi che quel giorno non ci sia il Meltemi, il vento crudo che viene dal mare.
Il Pane Pasquale, dopo questo percorso, è come la manna dal cielo.
Inoltre si entra nel vivo delle celebrazioni che si protraggono per tutta la Settimana Santa.
Ogni via o chiesa inneggia alla festa, le donne pregano, si sente odore forte di pane per i vicoli, si assaggiano le ciambelle al miele.

Piccole alchimie di Karpathos

Ah, il miele da queste parti è una specie di medicina sacra e se capiti tra aprile e giugno puoi assistere anche alla sua produzione.
Si annusano gli stufati che ribollono nelle pentole, l’aria si fa pregna di peperoni, melanzane, la musica intenerisce il cuore. E poi si beve un bicchiere di vino che accompagna ogni ricorrenza  o tradizione di Karpathos.
Quando è tempo di vendemmia, e quindi se capiti a ottobre, troverai in giro per l’isola delle corone fatte con i chicchi neri dell’uva, un modo per i viticoltori di ringraziare per la buona annata.

Il villaggio-fanalino: Olympos

Prima di assaggiare il Pane Pasquale un pizzico di storia che ti piacerà sapere perché arricchisce il sapore di questa esperienza in mezzo alle nuvole.
Olympos è un villaggio fondato nel 1420. Al tempo degli attacchi dei pirati, è qui che si rifugiavano i cittadini di Karpathos.
Alcune case abbandonate e diroccate, che si affacciavano verso il mare, confondevano i pirati facendogli credere che in cima non vi abitasse nessuno. Invece il villaggio si nascondeva dietro, e questo escamotage permise alla comunità di portare avanti la propria storia, le tradizioni, il senso di appartenenza a un luogo. Non a caso è tra i più antichi di tutta la Grecia.

Tesori che restano

Intorno girano le pale dei mulini a vento, le rocce baciano il cielo e il paesaggio si perde in fondo, spazia e restituisce gioia. Sotto, le casette sono dei puntini piccolissimi e ti fanno sentire nella pelle tutta l’onnipotenza della montagna.
Fieri di essere discendenti dei Dori, gli abitanti utilizzano ancora alcuni termini di un dialetto che si parlava secoli fa e le donne indossano quasi sempre i loro abiti tradizionali.
Questo fatto è cruciale per l’identità di Olympos che è resistita al tempo ed è vera perché il suo popolo la protegge, la tramanda, ne fa turismo cercando di non disperderla.

Il Pane Pasquale di Olympos profuma di storia

Il Pane Pasquale di Olympos celebra l’identità

Il Pane Pasquale di Olympos è esattamente una delle tipicità che ancora oggi la definiscono. Questo perché in mezzo all’odore dell’incenso si celebra un rito sacro.
Le mucche con degli zoccoli particolari aiutano nella trebbiatura, le donne battono il frumento con dei bastoni e poi, complici i mulini a vento, lo stesso frumento passa sotto le macine per finire sulle tavole.
Lì la farina viene impastata con l’acqua e fatta lievitare. Quindi si prepara il forno ed è questo l’elemento determinante per la riuscita del Pane Pasquale di Olympos. Il forno viene portato alla giusta temperatura, quindi si elimina la brace e si cuoce a fuoco praticamente spento.

La Settimana Santa prima del Pane Pasquale

Il giovedì le donne imbiancano le case e preparano i panetti per la lievitazione. Il Venerdì Santo si adorna la Tomba di Cristo con delle ghirlande funebri, le donne intonano dei lamenti e il paese si chiude a lutto per ricordare i defunti.
Il Sabato Santo compaiono delle corone di mirto e alloro a decorare le chiese, e come in un crescendo la domenica avviene la Resurrezione: le campane rintoccano nel cielo aperto e sulle tavole compaiono tutti i profumi inalati per le vie del paese.

Dulcis in fundo

Presenzia a questa tavola il Pane Pasquale che ha varie forme ed è decorato con le uova colorate di rosso, tipiche di Karpathos.
Sfornare il pane per le donne di Olympos -che gli hanno dedicato tantissimo tempo- è esattamente come la Resurrezione. Così si fa una festa doppia, e poi si chiacchiera, si ascolta la musica.
Il pane è soffice, delizioso. Non lo vendono, e non lo si può acquistare, lo si può solo ricevere in regalo.

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KARPATHOS è un’isola della Grecia spettacolare, scopri di più  in questo articolo “TRA DUE MONDI”!

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