Il Teatro di Dodoni in Epiro simbolo del Regno di Pirro

Il primo Oracolo della Grecia

Il teatro di Dodoni in Epiro è un’opera gigantesca, misteriosa e che ci riporta indietro nel tempo, nella Grecia di 2300 anni fa.
Forse, non è facile immaginare come doveva essere durante il Regno di Pirro ma sicuramente sappiamo che il re ne fece il simbolo della capitale religiosa dell’Epiro.
Nasce su un’area anticamente e mitologicamente sacra: il Santuario di Dodoni. Qui si affacciò il primo Oracolo della storia greca dedicato a Dioni, ovvero Madre Terra, e solo più tardi il sito allargò le braccia a Zeus. Originariamente era immerso in un bosco sacro fitto di querce “divine” e, non lontano, sgorgavano delle sorgenti di acqua purificatoria. Proprio vicino al Tempio vi era una quercia solitaria da cui pare Zeus abbia fatto sentire la sua presenza nel Santuario.

La quercia divina di Dodoni

Il fruscio delle foglie di quercia era indicato come uno degli strumenti attraverso i quali le divinità si palesavano. Su questa quercia, in particolare, si posarono le Peliadi, le colombe nere sacerdotesse dell’Oracolo e da quel momento Madre Terra fu messa da parte per fare largo a Zeus.
La quercia era circondata da paioli in bronzo che servivano all’Oracolo per stabilire le profezie: è infatti, ascoltando il fruscio delle foglie e il suono dei paioli a contatto con il vento che gli astanti ricevevano le risposte ai quesiti posti. Molte tavolette su cui venivano scritte le domande sono visibili presso il Museo Archeologico di Ioannina che ha un’intera sala espositiva appannaggio dei reperti di Dodoni.

Il Teatro di Dodoni nel regno di Pirro

Il Teatro di Dodoni è l’immagine viva, oggi, dell’intero complesso sacro, un’anima sopravvissuta ai secoli e dove ancora si adibiscono rappresentazioni teatrali importanti.
Con i suoi 18 mila posti a sedere era il cuore pulsante di Dodoni, qui si respirava l’arte circondati dalla storia, dalle mura antiche, dal Bouleuterion o Sala del Consiglio, dai resti del Tempio di Afrodite e dal Tempio di Zeus.
Quando Pirro mise mano al Santuario questo patrimonio si amplificò perché il re ne fece una città monumentale. Quindi nell’immaginarci il sito di Dodoni dobbiamo riuscire a vedere anche lo Stadio, l’Agorà, l’Acropoli e una Corte intorno all’albero.

Il Santuario di Dodoni si spegne

Il declino del Santuario di Dodoni fu anticipato dalla scelta dell’Imperatore Giustiniano di spostare la sua sede nella vicina Ioannina.
Poi anche la quercia sacra, così come il bosco, vennero abbattuti per ordine dell’Imperatore Teodosio e, insieme a questo sacrilegio, anche l’Oracolo fu messo a tacere e il Santuario venne chiuso.
Tutto si spense e Dodoni venne relegata a semplice città dell’Epiro.

La rinascita del Teatro di Dodoni

Il Teatro di Dodoni subì lo stesso deterioramento del resto dei monumenti ma negli anni ’70 è stato recuperato per tornare in auge: ancora oggi è spettacolare la sua presenza scenica e l’atmosfera che vi si respira. Ospita ogni anno il Festival di Drammaturgia Antica di Ioannina.
Il sito è un cantiere aperto, e sembra che tutto intorno a Dodoni ruoti in funzione di quel passato che ogni tanto riaffiora. Anche i monasteri e le chiese che vennero costruite dopo l’abolizione dei culti pagani mantengono saldo il passato guardando al futuro.
L’Oracolo non c’è più ma magari il fruscio di qualche quercia ancora lo ricorda, così come le rappresentazione teatrali che animano la cavea.

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