Il Nuovo Museo dell’Acropoli: Atene non ha confini

Il filo diretto con l’Acropoli

Il Nuovo Museo dell’Acropoli è tra le mete ad Atene a suscitare maggiore interesse: molti addirittura lo preferiscono alla visita dell’Acropoli stessa. Invece, bisogna considerarli un’unica destinazione perché la loro complementarità rende fruibile un prodotto e un monumento antico a 360°. Partiamo dalla grande storia che c’è dietro l’opera. Partiamo dalla cima del monte Pentelico, lassù dove, su una spianata piuttosto ampia, l’Acropoli sorge. Proviamo a immaginarla prima della metà del XVII secolo, quando cioè era intatta e ogni edificio era rappresentativo di qualcosa, ed aveva uno scopo specifico. L’elemento architettonico più impressionante era senza dubbio la statua crisoelefantina di Athena Parthènos, un colosso che non è sopravvissuto al tempo. Ciò che ne è rimasto non si trova più nemmeno in terra greca ma è conservato al British Museum di Londra e al Museo del Louvre di Parigi.

Gli edifici simbolo dell’Acropoli

E, sicuramente, oltre al Partenone è l’Eretteo ad aver avuto un ruolo importante: all’interno vi era custodita la tomba di Cecrope, il re serpente da cui l’intero complesso, originariamente, prendeva il nome. L’ingresso di questa tomba è la Loggia delle Cariatidi, le statue femminili che fungono da colonne. L’ingresso all’Acropoli erano invece i Propilei, dei porticati monumentali che fiorirono durante il periodo in cui Pericle ottenne la pace. Sostituirono i muri di difesa e divennero una delle opere più costose della storia antica. Ma, durante la guerra tra turchi e veneziani, furono ridotti a mero deposito di munizioni, saltando in aria durante i bombardamenti.

Le Cariatidi non originali

Il primo museo dell’Acropoli

Diciamo che un museo che raccontasse i monumenti dell’Acropoli era urgente già nel 1833. Tra bombe, smantellamenti di templi per costruire nuove opere, furti da parte di un turismo ignorante ritroviamo un’Acropoli la cui importanza non poteva finire lì, nel dimenticatoio. E quindi nel 1865 si pose la prima pietra di un edificio che voleva mantenere vivo questo concetto e quanto era accaduto ne corso dei secoli. Tuttavia si comprese solo più tardi che quel museo non poteva essere la soluzione ottimale per i resti esposti. Non solo non ne traevano beneficio alcuno ma risultavano inzeppati e mal posizionati. La conclusione fu che lo spazio non poteva essere sufficiente a dare lustro al sito archeologico.

Statue dell’Acropoli in terra straniera

È solo in tempi più recenti che si cominciò a paventare l’idea di un Nuovo Museo dell’Acropoli. Nel 1976 fu l’allora Primo Ministro, Konstantinos Karamanlis, a intuirne le potenzialità e ad individuare un’area fattibile alla costruzione. Ma è solo con la Ministra Melina Mercouri che il progetto decollerà al fine di riunire sotto lo stesso “tetto artistico” le sculture, sia quelle rimaste nell’ombra che quelle conservate altrove. C’è un caso internazionale, tra l’altro, che torna sempre alla ribalta, ovvero la richiesta di restituzione al governo britannico, della sesta Cariatide e di altre statue del Partenone, rinvenute durante i lavori di scavo e trafugate da Lord Elgin tra il 1801 e il 1805.

Marmi di Elgin al British Museum di Londra

Così nacque il Nuovo Museo dell’Acropoli

Oltre a cavalcare questa battaglia in maniera mediatica la Ministra Mercouri nel 1989 diede l’avvio al bando pubblico per la costruzione della nuova sede del museo. Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi quando, invece, si presentò un ostacolo apparentemente insormontabile. Sull’area destinata al Nuovo Museo dell’Acropoli venne ritrovato l’insediamento arcaico/cristiano di Makryianni, denominato “la trama di Makryianni”. Nessuno si arrese però, e allora si rilanciò con un progetto ancora più ambizioso: integrare i tanti reperti archeologici che derivavano dall’Acropoli con quelli rinvenuti nell’ultimo scavo.

Elementi archeologici che si innescano

Nel 2001 vinse l’architetto Bernard Tschumi che nel 2009 ultimò un’opera magistrale di vetro e acciaio, le sale a vista, un rapporto diretto tra spazio esterno e interno, quasi il museo fosse a cielo aperto. Tschumi fece incontrare l’Acropoli e Makryianni, poggiò 100 colonne tra gli scavi ed elevò per 3 piani l’edificio. La luce è l’elemento dominante e che domina le sale espositive. Tra gli oggetti votivi, le statue di bronzo, le sculture che adornavano i frontoni spiccano le due statue in argilla di Athena Nike, il Kouros maschile e le Korai femminili, la statua del Cavaliere Rampin a cavallo. Sicuramente non puoi perdere il grande fregio che si trovava nel tempio dedicato ad Athena e che oggi ci viene restituito comprensivo di cella, ricostruita nel museo con le dimensioni originali dell’epoca classica.

Tutto gira intorno alle Cariatidi

Diciamo che la stanza più ricercata è quella che ospita le Cariatidi. Se in cima all’Acropoli puoi vedere la perfetta copia delle stesse -ubicate nell’ambiente in cui sono state pensate-, qui ti è più facile osservare i dettagli delle statue originali. Ciò che sorprende sono i drappeggi delle vesti, o pepli, che rimandano alla scanalatura delle colonne: è come se le donne scaturissero dal marmo.

Il Quartiere del Nuovo Museo dell’Acropoli: Makrygianni

Il quartiere di Makrygianni si trova proprio sotto l’Acropoli. Il nome è in ricordo del Generale greco Ioannis Makrygiannis il quale combatté la Guerra d’Indipendenza. Di fronte alla sua casa venne allestito un ospedale militare, l’Edificio Weiler, che divenne prima quartier generale della gendarmeria poi campo di battaglia degli Eventi di Dicembre, durante la seconda guerra mondiale.

Un appendice del Nuovo Museo dell’Acropoli

A sostegno del grande lavoro di racconto sull’Acropoli, oltre al Nuovo Museo dell’Acropoli è stato istituito nel 1987 il Museo del Centro Studi sull’Acropoli, ospitato proprio all’interno dell’Edificio Weiler. Lo possiamo considerare un’ala del Nuovo Museo perché qui ci vengono descritte le opere prima ancora che queste prendessero forma. Ci sono i calchi, i modelli di gesso per descrivere l’evoluzione architettonica dell’Acropoli, la storia prima della storia.

Makrygianni e i gioielli

Questo quartiere è elegante e regala spazi alla Gioielleria. Tra i vicoli pieni di bar e ristoranti trovi due musei del gioiello: Eleni Marneri Galerie con una vetrina di gioielli contemporanei disegnati da designer greci e internazionali; e Lalaounis Jewellery Museum che ci racconta l’evoluzione del design dei gioielli greci con 50 diverse collezioni.

Crea l’occasione per visitare Atene

Se voli su Atene e da qui devi ripartire per un’isola greca approfitta del tempo che hai per visitare l’Acropoli e Il Nuovo Museo dell’Acropoli. Troverai sicuramente spunti interessanti per il tuo viaggio, anche perché non si possono mettere i piedi ad Atene e fare finta che l’Acropoli non esista. È necessaria una visita, comprendere l’assoluta importanza che questa città ha avuto nel corso dei secoli. Il Nuovo Museo dell’Acropoli rende più facile la lettura del sito archeologico, lo integra e resta in attesa di tutti i suoi “figli” sparsi, soprattutto quelli finiti nelle “casse” inglesi e che hanno finito col chiamarsi “i Marmi di Elgin“. Col nome cioè di colui che li sottrasse al popolo greco.        

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La mappa del Nuovo Museo dell’Acropoli

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