La Rota vicentina del Portogallo: origine del nome

Algarve - Foto di ddzphoto da Pixabay

L’associazionismo riscopre percorsi

La Rota Vicentina del Portogallo non ha una storia antica come il Cammino di Santiago de Compostela. Piuttosto è risultato di un lavoro di associazionismo, la cui idea era quella di trapiantare tra l’Algarve e l’Alentejo una forma di turismo in grado di valorizzare una terra bellissima ma trascurata.
Un’idea che è stata supportata da un grande lavoro di ricerca che ha maturato storie, iscrizioni, leggende e, soprattutto, i racconti fatti dagli anziani.
Attraverso questo amore per la terra unito alla ricerca le associazioni hanno rintracciato due cammini principali: la Via Storica battuta dai pellegrini, viaggiatori e gente del posto; e il Sentiero dei Pescatori utilizzato, appunto, da questi ultimi per raggiungere i punti di imbarco migliori.
Il primo ha una lunghezza di 230 chilometri, il secondo di 125.

8 link alla Rota vicentina del Portogallo

A questi due l’Associazione della Rotta di San Vincenzo ha allacciato 8 itinerari circolari, che iniziano e finiscono nella stessa località e si percorrono in giornata. Il percorso più lungo è di 25 chilometri e mezzo. Questi si trovano sparsi tra la costa e l’entroterra.

Il paesaggio ha una variegata fragranza di aromi per la presenza di fiori selvatici, pini, sughere, rosmarino, erica, corbezzoli. A questi si aggiunge l’anelito del mare, con i suoi odori salmastri.
La Rota Vicentina del Portogallo è una terra stupenda. Si rincorrono immagini di gheppi, di cicogne, di farfalle e si attraversano villaggi caratteristici, piccoli porticcioli di pescatori, foreste di sughero, spiagge dorate.
Il cammino del sud del Portogallo ha aperto uno sguardo a zone che erano rimaste fuori dalle rotte turistiche.
Questo ci insegna a non sottovalutare il luogo in cui si abita, a non vederlo soltanto come un dormitorio ma come una risorsa per sé stessi.

Vi sarete chiesti: perché si chiama Rotta vicentina?

Innanzitutto torniamo alla prima rotta, la Via Storica.
Un concentrato di arte, paesaggi, natura, una strada lungo la quale perdersi, riscoprirsi, viaggiare soli o con qualcuno, aggregarsi.
La strada del “tutto è possibile”.
Se deciderai di percorrere questa via partirai da Santiago do Cacém famosa per il complesso agropastorale e termale romano, Miróbriga, e raggiungerai come tappa finale Cabo de São Vicente.
È proprio da Capo di San Vincenzo che la Rota vicentina del Portogallo prende il nome.

Una martire sulla Rota vicentina del Portogallo

Innanzitutto ci troviamo nel luogo considerato dai romani il Promontorio Sacro. A questa roccia sull’Oceano infatti è legata una leggenda.
Tutto inizia con le persecuzioni di Diocleziano a danno dei cristiani. Tra loro anche San Vincenzo di Saragozza, oggi patrono dei marinai, che fu martirizzato crudelmente dal prefetto della provincia spagnola, Daciano.
Si narra che il suo corpo traviato fosse stato gettato in mare ma che invece di essere portato a fondo da un grosso masso, questo arrivò fino a una spiaggia. Sopra si ergeva il promontorio che poi prese il suo nome di Cabo de São Vicente, appunto.

Tramonto su Capo di san Vincenzo Foto di Bernardo Ferreria da Pixabay

La seconda e terza vita del Santo da Saragozza

Ma la storia di quel corpo non si fermò lì. L’Imperatore Costantino lo recuperò dalla spiaggia, fece erigere in suo onore una Basilica a Valencia destinandola a luogo sepolcrale.
Ma sotto la dominazione dei Mori il corpo venne trafugato e ricondotto sul promontorio da dove era stato prelevato. Successivamente venne imbarcato su una nave, scortata -secondo un’antica leggenda- da due corvi, e deposto nella Chiesa di San Giusto e Santa Rufina, a Lisbona, dove si trova ancora oggi.
San Vincenzo è veneratissimo in terra portoghese, è diventato il Patrono di Lisbona e sullo Stemma della città è possibile vedere proprio la storia che ti abbiamo appena narrata. Inoltre esistono delle monete coniate in ricordo di quel 15 settembre del 1173 quando il Santo trovò finalmente la pace eterna nella cattedrale.
Sulla punta del Capo si erge il Faro di D. Fernando che possiede uno dei fari ottici più grandi al mondo: se ne contano solo altri otto uguali.
Dalla cima, l’Oceano ti entra negli occhi, abbraccia le rotte dei marinai, le guerre tra flotte, è il principio dell’acqua e la fine della terra. Un luogo che restituisce sempre una grande emozione.


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Segui le TAPPE DELLA ROTA VICENTINA IN PORTOGALLO


Gli altri cammini di cui abbiamo parlato:

SANTIAGO DE COMPOSTELA IN SPAGNA

SANT’OLAV IN NORVEGIA

CAMMINI SUI FIORDI NORVEGESI

IL CAMMINO DEI PELLEGRINI DI SVEZIA

IL SENTIERO CULTURALE DI SKARABORG


Leggi anche: FATIMA


 

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