L’ultima tappa
La Cattedrale di Santiago de Compostela, anzi le sue guglie, si scorgono dall’alto del Monte do Gozo, il Monte della Gioia, ultima fermata sul Cammino di Santiago prima di giungere in città.
Da questo punto panoramico la Cattedrale dista cinque chilometri ed è il coronamento di un percorso lungo, spirituale, religioso, sociale. Nocciolo del viaggio: la Tomba dell’Apostolo Giacomo, o Santiago, le cui spoglie sono conservate nella Cattedrale Compostelana.
Il Sepolcro salvato per miracolo
Prima che l’edificio religioso diventasse ciò che è oggi, con una capienza pensata per il sempre maggiore numero di pellegrini che arrivano da tutto il mondo, era un semplice tempio eretto intorno a un edificio pagano.
Ma di questa opera preromana non rimase traccia dopo il passaggio delle truppe musulmane. Solo il Sepolcro di Santiago si salvò, quasi miracolosamente e su questo venne ricostruita la fede di un popolo.
Quindi la storia della Cattedrale romanica inizia nel 1075, con la posa della prima pietra e termina nel 1122 con la posa dell’ultima. Nel 1986 questa diventa Monumento Storico-Artistico.
La Cattedrale di Santiago alla fine del Cammino
Dopo aver percorso, quindi, il Cammino verso la Tomba dell’Apostolo Santiago, ci si ritrova in Piazza de Obradoiro. Qui si mescolano le anime che hanno affrontato la durezza della strada per trovare la purificazione.
Ma prima di entrare si resta sorpresi dal Portico della Gloria, un capolavoro scultoreo che dopo 850 anni è diventato il nuovo simbolo della Cattedrale di Santiago.
La rappresentazione del Portico della Gloria
Cristo accoglie i giusti del popolo ebraico e nello stesso tempo indice il Giudizio Universale, mentre profeti e apostoli -Santiago in prima fila- assistono dai pilastri allineati sulla facciata.
Questo insieme scultoreo si ispira all’Apocalisse di San Giovanni, un momento cruciale dove si giocano i destini dell’umanità intera. Ci sono i mostri in basso, una metafora per raffigurare chi non ha fede; e ci sono l’Antico e Nuovo Testamento che invece pregano per la salvezza.
E’ stato possibile riscoprire il Portico solo nel 2018. Negli anni precedenti era stato sottoposto a restauri, e quindi coperto dalle impalcature.
Era diventato un luogo ingrigito dal tempo e i pellegrini entravano nella Cattedrale di Santiago senza indugiare troppo con lo sguardo.
Il recupero di una storia
Poi la Fondazione Barrié, incaricata dalla Fondazione Catedral e dal Ministero della Cultura di Spagna, ha restituito al Portico della Gloria il valore storico-artistico che meritava di riavere.
Ti apparirà dunque magnifico agli occhi perché oltre alla bellezza oggettiva, questo Portico racchiude in sé il passaggio dei secoli e quindi le variazioni di colore e di stili.
C’è dentro il medioevo ma c’è dentro anche il Rinascimento. Intenerisce la velatura d’azzurro dei lapislazzuli -che resiste sulle vesti degli angeli- mentre i dettagli di mani, vesti, visi e piedi, impazzano di colore.
Emergono i corpi, la veridicità dei loro pensieri, sono figure reali, presenti.
E tra loro catturano la scena gli anziani dell’Apocalisse, un’orchestra medievale in cui ognuno suona il proprio strumento musicale.
Ci sono lunghe file di attesa per poter ammirare la spettacolare composizione marmorea: questo perché per non danneggiare la rinnovata struttura è consentito un flusso contingentato.
La Cattedrale di Santiago si prepara all’Anno Santo
Il tanto atteso Anno Santo Compostelano del 2021 ha un motivo in più di visita: mai come nel 2020 si è invocata la salvezza.
Ma chi ha raccontato la “Salvezza” scolpendola come se dovesse costruire un libro di pietra?
Il suo nome è Mateo. Il Maestro Mateo. E si ha certezza del suo incarico grazie ad un documento datato 1168 in cui il Re Fernando II de León lo accredita come responsabile dell’opera dedicata al Santo Giacomo.
Questo artista veniva pagato due marchi a settimana ma gli era garantita una pensione a vita. Del Maestro Mateo si sa pochissimo ma prima di assumere il comando del Portico della Gloria aveva già una grande esperienza da scultore e architetto, soprattutto sul Cammino Francese, un ramo del Cammino di Santiago.
Il Giubileo giacobeo si protrarrà fino al 2022, in modo da garantire ai fedeli e pellegrini di non mancare il tanto sospirato appuntamento con la Tomba del Santo.
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