Cogli l’attimo e parti
Il Cammino di Santiago de Compostela è uno dei grandi percorsi religiosi ma anche spirituali che ogni anno, e per tutto l’anno, accoglie pellegrini, fedeli, o chi semplicemente cammina.
È una percorrenza di circa di 800 chilometri quindi la si può spezzare in tappe annuali oppure, puoi optare -come fanno molti- per gli ultimi 100 chilometri che, ad un ritmo costante, si fanno in una decina di giorni.
Altrimenti, se hai un mese circa a disposizione, potresti fare un percorso integro inalando lo spirito dei grandi camminatori.
Il periodo di massima affluenza è l’Anno Giacobino, quando il mondo si muove in massa per ottenere l’indulgenza plenaria. Questo Giubileo avviene quando il 25 di luglio, Festa della Passione di Santiago, cade di domenica.
La potenza della mente
La rete di strade per giungere a Santiago de Compostela formano -in totale- 4 Cammini : il Francese, il Portoghese, il Primitivo e quello del Nord. Questi convergono laddove è sepolto l’Apostolo Giacomo il Maggiore, uno dei più intimi apostoli di Gesù. Santiago, appunto.
Il pensiero della Tomba di San Giacomo è come una fiamma accesa ed alimenta la testa ma anche il cuore di chi decide di intraprendere uno qualunque di questi Cammini.
È il punto di arrivo ma la vera e propria meta di questo percorso è il viaggio. Sulle sue strade infatti, i pellegrini vivono un’esperienza intima ed anche estrema. Potrebbero sembrare due mood diversi e lo sono in realtà. Se da una parte lo spirito viene conquistato dall’armonia del cammino e quindi oltre ai piedi anche il corpo e la mente subiscono trasformazioni e cercano il silenzio; dall’altra la ricerca e la durezza della strada fanno superare i propri limiti. Ci vuole un’energia interiore che spesso crediamo di non avere, invece il Cammino di Santiago de Compostela la fa emergere, stupendoci.
Un verso al futuro sul Cammino di Santiago de Compostela
Antonio Machado, poeta e scrittore spagnolo, suggeriva questo approccio ai Pellegrini di tutto il mondo:
Viandante, sono le tue orme il cammino, e nient’altro; Viandante, non c’è sentiero, il sentiero si fa camminando.
Camminando si traccia il sentiero e volgendosi indietro si vede il sentiero che mai si rifarà.
Viandante, non c’è un cammino, soltanto scie sul mare”
Ed è questo che accade. Voltandosi indietro si lasciano tracce e pesi e si conquistano nuovi traguardi.
La stella che guidò l’eremita
Per secoli si perse traccia delle spoglie dell’Apostolo. La leggenda vuole che sul campo sotto il colle Libredòn apparì una stella e questa condusse un eremita fino alle spoglie dell’Apostolo. Da questo deriverebbe il nome Compostela, cioè il campo della stella.
Da allora il Cammino di Santiago de Compostela è stato luogo di scambi culturali, uno scenario diventato negli anni 80’, il Primo Itinerario Culturale Europeo.
Per salutarsi i pellegrini dicono “Ultreya y Suseia” cioè “Animo, e verso l’Alto”, una sorta di Sursum Cordae, in alto il cuoricino!
Il cammino di Santiago de Compostela parte dallo spirito
E quindi si inizia il viaggio. Lo zaino in spalla, i pensieri già sulla strada. E si viaggia con pochissimo, lo stretto necessario perché il peso potrebbe essere un limite all’andatura giornaliera. Si cammina con il proprio ritmo, con la propria voglia di soffermarsi o meno in un luogo, con il desiderio di arricchirsi o spogliarsi, o entrambe le cose.
È la spiritualità l’elemento che accomuna pellegrini, fedeli, viaggiatori, escursionisti. Il senso di Natura -che si respira- permette all’individuo di saziarsi di libertà e lasciare indietro la frenesia. C’è un continuo alternarsi di persone di fianco a sé. Un continuo scambio di storie, emozioni, esperienze.
Sul Cammino di Santiago de Compostela note poetiche
Ci sono tante località interessanti lungo il percorso. Il nostro excursus per oggi si ferma solo a Najera perché sul muro di una vecchia fabbrica c’è su impressa una poesia di Eugenio Garibay che cita alcuni luoghi e tradizioni locali:
Polvere, fango, sole e pioggia, è il cammino di Santiago. Migliaia di pellegrini, e più di migliaia di anni.
Pellegrino chi ti chiama? Quale forza oscura ti attira? Non il cammino delle stelle, né le grandi Cattedrali. Non la selvaggia Navarra, né il vino dei Riojani, né i frutti di mare galleghi, né i campi della Castiglia.
Pellegrino chi ti chiama? Quale forza oscura ti attira? Non la gente del cammino, né gli usi rurali. Non la storia e la cultura, né il gallo della Calzada, né il palazzo del Gaudì, né il castello di Ponferrada.
Tutto questo vedo passando e vederlo è una gioia, ma la voce che mi chiama è molta più profonda. La forza che mi spinge, la forza che mi attira, non so spiegarla neanche io, solo chi arriva lo sa.”
DOVE ARRIVA IL CAMMINO DI SANTIAGO? ESATTAMENTE QUI
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