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Antichi passi
Il Cammino di Sant’Olav è riconosciuto tra gli Itinerari Europei del Consiglio d’Europa, una via dei pellegrini acqua-terra che racconta la Norvegia da un punto di vista più spirituale.
Questo antico tracciato che ricalca le orme del leggendario Re Olav II Haraldsson, parte dalla Cattedrale di Turku in Finlandia, attraversa l’omonimo arcipelago, prosegue per le Isole Åland, la Svezia e arriva in Norvegia, nella Cattedrale di Trondheim. Ma si dirama anche verso Bergen e Oslo fino a sconfinare in Danimarca.
Re Olav II, le cui vicissitudini abbiamo raccontato parlando di Trondelag e della Cattedrale, era un appassionato di spedizioni: sicché già molto giovane ne aveva all’attivo diverse nel Mar Baltico. Fu proprio durante una di queste, in Normandia, che ricevette il Battesimo cristiano. Da quel momento nacque il suo mito ma anche la sua fine prematura, a soli 35 anni.
Tracce sul cammino di Sant’Olav
La sua caduta nella Battaglia di Stiklestad non ha cancellato i suoi impegni: la legge di Sant’Olav, basata sulla democrazia, è diventata la base della Costituzione norvegese. Così come non si è dissipata la grande opera di conversione al Cristianesimo affrontata così coraggiosamente.
La Cattedrale di Nidaros, o Trondheim, è diventata il suo luogo di sepoltura e la meta dei pellegrini scandinavi. Un luogo mistico in cui, si dice, siano accadute strane guarigioni. Il 29 luglio si celebra qui la festa del Patrono di Norvegia, Sant’Olav e, tradizione vuole che prima di entrare si facciano tre giri dell’edificio.
Guidati dalla Natura
Si attraversano paesaggi sconfinati, foreste, laghi, fiordi. La natura è sensoriale, conquista lo spirito, rende il Cammino di Sant’Olav un tutt’uno con la primordialità. I sentieri hanno una buona segnaletica ma i cippi non indicano il chilometraggio giusto: questo perché il cammino ha aggiunto ulteriori tappe nel corso del tempo.
Quando il pellegrinaggio è stato riscoperto come stile di vita, sono stati recuperati tutti i passaggi e gli anfratti in disuso o coperti da boscaglia. È stata data una seconda possibilità al territorio che ha visto emergere un turismo esperenziale e religioso.
La voce cristallina dell’acqua è una costante nel cammino. Una nota piacevole, un viaggio che, oltre al calpestio dei passi su terre di incredibile bellezza, guada il mare, i laghi e i fiumi aggiungendo clamore e originalità.
La meditazione entra a far parte di questo cammino anche se non la si cerca. Il silenzio è prepotente, ti lascia immaginare di essere solo e invece scopri che anche se non lo sei, la presenza di chiunque altro è muta. Forse perché lontani dal caos la vista, i passi, la parola, assumono un significato diverso: c’è aulicità, ci sei tu, in contemplazione del tuo essere.
Passaporto e Saune sul cammino di Sant’Olav
Oltre alla Cattedrale di Nidaros, le altre due mete importanti dal punto di vista religioso sono Sant’Hallvard -a Oslo– di cui è rimasta la pianta, nel parco della memoria che ricorda appunto Sant’Olav; e i resti della Cattedrale di Hamar ospitati sotto una costruzione in vetro che la preserva dal logorio del tempo.
La lentezza di questo viaggio è alla base del Cammino di Sant’Olav. E si perpetua nelle stesse modalità di un tempo. Devi ritirare un passaporto su cui far appore le credenziali e, alla fine, puoi ritirare un certificato, una specie di Compostela nordica, per aggiungere valore al viaggio.
Il passaporto serviva agli antichi viaggiatori per ricevere accoglienza gratuita, oggi è più legato a un fattore simbolico.
Ogni tappa prevede delle saune, dei bagni al mare, cultura che si aggiunge ad altra cultura. Essendo un paese molto freddo, l’acqua calda è terapica. Quindi ovunque spuntano tinozze, piscine, cascate al coperto. Dopo il cammino dello spirito, la Norvegia offre anche quello del corpo.
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