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Quando respirare è un’arte
Nell’Isola di Tinos c’è un ritorno alle origini degli usi quotidiani. Si annusa l’aria, il cibo coltivato in giardino -che ha un profumo sincero- poi le narici assorbono la salinità del mare che tonifica l’umore.
Il ritmo del coltivare, ma anche del mangiare, è lento. Quella formula “Slow” che qui non è moda ma tradizione antica.
Si assapora il contatto con la terra e con il cielo. L’immagine mistica dei sagrati -infiorati di candele, incensi, icone sacre e anche salvia e camomilla- si alterna con l’aspetto più naturalistico dell’isola. Con le spiagge pulite, ordinate, con le calette turchesi, le sabbie soffici, i granelli dorati, le rocce nere, i fondali trasparenti, la superfice del mare brillante.
A riva viene smerciato il pescato fresco e ovunque spiccano le taverne sull’acqua dove, pranzare o cenare, diventa una vera esperienza. La buona cucina qui inala il Mar Egeo e trasforma ogni piatto in una specialità. Ma l’Isola di Tinos ha anche un micro-birrificio di ultima generazione e, per gli appassionati di enologia, anche qualche buona etichetta proveniente dai vigneti di Volacus.
I sapori e i silenzi dell’Isola di Tinos
Nonostante il Meltemi, il vento sferzante che trafigge le Cicladi e quindi la tranquillità delle coste, e nonostante le spiagge non siano facilmente raggiungibili, se non percorrendo gli antichi tratturi, Tinos è una meta ricercata.
Essere così distante dalla mondanità e dall’industrializzazione, la rende una località atipica, un luogo di pace dove poter godere della semplicità che offre: un miele al timo, la fragranza delle spezie, il caffè-frappè, una spremuta di frutta rinfrescante. E il saluto. Già, gli abitanti non hanno mai dimenticato le buone maniere e salutano chiunque passi, soprattutto i viaggiatori.
Ti sarà chiaro di quanto silenzio abbiamo ascoltato finora. E non si esaurisce facilmente perché l’altra metà di Tinos è avvolta da un senso profondo di spiritualità. La fede ortodossa rimbomba forte dalla Chiesa di Palagia Evangelistria, una meta di pellegrinaggio molto frequentata e Santuario Nazionale della Grecia.
Le Colombaie
Da un simbolo all’altro, l’Isola di Tinos è famosissima per le sue circa seicento Colombaie. E qui, c’è lo zampino dei veneziani che crearono delle vere e proprie opere d’arte. Non potrai definirle diversamente. La Colomba era il simbolo della pace, dell’amore e della purezza, ed era sacra per la Dea Afrodite.
Così divenne un lusso possedere una colombaia, chi ne faceva costruire una si poteva definire persona ricca e di potere. Venne usato il legno per la struttura, e l’ardesia e il calcare per le decorazioni; inoltre delle finestrelle in pietra rifiniscono la raffinata architettura e gli intarsi in pietra ne completano l’esecuzione artistica.
Le più belle si trovano a Tarambados ma, la veduta panoramica famosa, si trova vicino al villaggio di Kambos.
I villaggi sull’Isola di Tinos
Rimbalzando da un posto all’altro sull’Isola di Tinos, è incredibile come ogni luogo contribuisca a renderla semplice ma esperenziale.
Prendi Agapi, ad esempio, è un villaggio con cornici di bougainvillea, lontana dalla confusione, quasi astratta; o Kardiani, un villaggio ricco di verde che se ne sta a picco sul mare ed è percorribile solo attraverso tante scalinate. Oppure ancora il Monte Exomvourgo che dall’alto dei suoi 640 mt, domina tutta l’isola, e da tutta l’isola è possibile fargli un saluto.
Ma c’è anche il porticciolo di Panormos con i ristorantini di pesce fresco; e il villaggio di Loutra che ospita un Monastero Gesuita e un Convento di Orsoline. Il monastero oggi è un Museo del Folklore; il convento, invece, ha albergato per molto tempo una scuola per ragazze-bene che venivano appositamente qui per studiare.
Un artigianato famoso
Il villaggio più interessante e rinomato dell’Isola di Tinos è Pyrgos. Con le vicine cave di marmo si è innescato un importante volano: da una parte la tradizione scultorea che ha visto nascere una vera e propria scuola; dall’altro la possibilità di utilizzare una materia propria per lastricare le case, i vicoli, le fontane, le chiese, il cimitero. Il risultato è che l’aspetto di Pyrgos è abbagliante e che gli scultori di tutto il mondo arrivano ogni anno sull’isola per studiare le tecniche, affiancati dagli artigiani locali.
Per ultima puoi goderti Volax. Questo villaggio di case bianche è famoso per le grandi rocce rotonde, simili a meteoriti, che l’hanno suggellata come “paese lunare”.
Qui c’è un altro importante prodotto manifatturiero di Tinos: le ceste di vimini.
Gli artigiani che ne portano avanti la tradizione lavorano in delle piccole case-bottega che permettono a chi visita il luogo di assistere alla famosa intrecciatura. È come un laboratorio diffuso che sicuramente ci porta indietro nel tempo.
Per tanti motivi non ci sfugge che il soprannome di Tinos “Musa dell’Egeo” le calzi a pennello.
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