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Come un gioiello
Tromsø è pulsante, sorprendente. Pulsante perché la vita qui è frenetica ha un rapporto diretto con il mare e dal mare ha sempre tratto la sua sopravvivenza. Sorprendente perché non ci si rende conto di stare su un’isola.
Anche se il nome -di derivazione danese- ce lo suggerisce. La contea di Troms, prende quella strana ø, che in danese -appunto- significa isola.
È come un piccolo gioiello custodito da una ghiera. Davanti l’Isola delle Balene (Kvaløya ) e dietro la terraferma o Valle di Troms, che le favoriscono una specie di scenografia naturale tutta intorno.
Ma, “l’isola” non se ne sta per conto suo, in questa rimessa del Mare di Norvegia, due ponti e un tunnel sottomarino la collegano all’uno e all’altro capo.
Questa località dallo spirito internazionale, d’inverno, ha letteralmente la neve addosso. Anche 200 cm. Il che significa un paesaggio completamente sommerso. Le correnti, quella nord-atlantica e quella del Golfo si incontrano e stimolano delle temperature shock.
La storia più a nord del mondo
Non a caso è la Porta del Polo Nord, l’ultimo ingresso prima di raggiungere l’Artico. E, per questo, ogni edificio è diventato “il più a nord del mondo”. Come per la Chiesa di Santa Maria a Troms presso i Pagani che, quando fu eretta nel 1252, essendo l’unica chiesa protestante a quella latitudine, poté vantare per prima questo primato.
Esiste perfino una lista delle cose più a nord del mondo. E un avventuriero vichingo, Ottar di Hålogaland, che viveva nella parte più meridionale di Tromsø, diceva di sé: “sono l’uomo più a nord di tutti i norvegesi”. Non considerando affatto il popolo Sami che si trovava molto più a nord di lui.
Da Tromsø a Capo Nordkinn
Il titolo le venne, come dire, soffiato da Capo Nord quando il confine norvegese si ingrandì, fino a comprendere la regione di Sør-Varanger. Qui, dove il promontorio non ha altra vista che il mare, è stato perfino istituito il rilascio di una pergamena che attesta questa “settentrionalità”. Anche se la latitudine dimostra l’erroneità di questo dato e consacra, invece, Capo Nordkinn come vero luogo più a nord del mondo.
Un epiteto, per Tromsø, che comunque ci piace, e ti piacerà. Visitandola sarai tra i turisti più a nord del mondo in un momento preciso della tua vita. Un piccolo gioco per noi, un tatuaggio indelebile per i suoi abitanti che continuano a dichiararsi tali.
Verso le rotte Artiche
Questa Porta immaginaria è stato il punto di partenza di molte imprese e spedizioni verso l’Artico. Pionieri a caccia di trichechi, orsi polari, volpi, buoi muschiati, renne; ma anche esploratori. Nota è la storia di Umberto Nobile, volato fino ai ghiacciai dell’Artico, con il dirigibile Italia, e poi recuperato -dopo lo schianto- dalla prima spedizione internazionale di soccorso polare guidata da un altro esploratore, Roald Amundsen.
Tromsø è stato anche il punto di partenza di Fridtjof Nansen, il più famoso esploratore polare di tutti i tempi, Premio Nobel per i soccorsi ai profughi e rifugiati.
È da qui salpava la Polstjerna, storica nave per la caccia alle foche. Questa imbarcazione traghettò all’incirca 100.00 foche in trent’anni di attività in mare aperto.
L’uomo vive queste zone dall’ultima era glaciale e la caccia è stato da sempre il primo sostentamento. Forse si riesce a comprenderne meglio la filosofia di vita visitando il Museo Polare di Tromsø in cui, a prescindere dagli oggetti che vi sono conservati, ciò che emerge è la dipendenza, o liaison, tra uomini e mare. Persone che hanno dato la loro vita al mare e un mare che ha restituito abbondanza nella pesca.
Un compromesso che ha accordato a questo luogo il ruolo di “Città” e gli ha consentito di porsi al centro dei commerci.
E Aurora sia
In questo punto esatto sulla terra, complici le correnti del Golfo, si apre il cielo delle Aurore Boreali, il miglior punto da cui vederle in inverno. Il buio delle notti artiche favorisce le sfumature che diventano sempre più armoniose e musicali. La notte viene ridipinta con il violaceo, il verde, l’azzurrino ed è come se un flautista soffiasse nell’aria la sua anima. È uno spettacolo naturale immancabile anche, se a volte, può capitare di non vederle, pur avendo affrontato il viaggio. Comunque, dal 1927 -qui- è stato fondato l’Osservatorio sull’Aurora Boreale, per sigillare un patto con questo straordinario fenomeno.
Tromsø non resta impreparata qualora le aurore non si mostrino. È, come abbiamo detto, una città piena di attrattive. Così, non potrai resistere alla danza delle balene, ad esempio. Per vederle da vicino, assistere ai loro “schiaffi” sull’acqua, alle acrobazie, sono stati pensati dei veri e propri Safari fotografici.
A Tromsø non ci si annoia mai
Puoi lasciare andare qualsiasi pensiero perché davanti a questi cetacei il cuore resterà disarmato. Lo stesso imbattendoti nelle varie famiglie di delfini -dai rostrobianchi alle stenelle– e nelle orche assassine, anche queste ultime, spettacolari per la mole e l’eleganza.
Oppure potresti voler vedere la città dall’alto. Il che è un vero programma. Preparati a guardare davvero il cielo, a spaziare con lo sguardo sull’Isola di Tromsø e verso l’Isola delle Balene, più lontano verso l’orizzonte del Mare di Norvegia. Sali con la funivia oppure prendi la Scalinata degli Sherpa e affronta con grinta i 1.200 gradini che ti separano dal picco di Tromsdalen.
Da lì sarai vedrai un paesaggio innevato o il foliage autunnale, oppure ti appariranno i riflessi sull’acqua dei Fiordi in lontananza. Ogni stagione ti offre diversi scorci, punti di vista. Una poesia incredibile di colori.
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