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Camminare lenti sotto il sole di Lindos
Lindos è una città a picco sul mare, come poche in Europa. Le sue casette-cubo, bianche, di 3500 anni fa rappresentano -insieme all’Acropoli e alle baie- una location incantevole incastonata tra acqua e cielo.
I vicoli sono armonici, punteggiati di bar, ristoranti e negozietti, ombreggiati da teli fantasiosi. Gli scorci accompagnano il lento girovagare “alla greca”. La pavimentazione è una tessitura di sassolini bianchi e neri che formano mosaici, detti Choclaki.
Seguendo lo spiffero dei vicoli, e salendo e scendendo i gradoni consumati, si passa di fianco alle case dei Capitani di marina. Li riconosci perché hanno portali ad arco gotico, molto particolari. E se hai la possibilità di vederli dall’alto sono quelli con le belle terrazze.
Boutique Hotel
Nell’abitato si trova anche la chiesa ortodossa di Panagia: dall’alto è facile vederla, i tetti sono tegolati rossi che richiamano lo stile bizantino.
Una particolarità sono i Boutique Hotel. Delle sistemazioni di lusso, alcuni con giardini esotici, aree benessere, piscine all’aperto. Chi vista mare, chi vista acropoli, chi vista baia, chi posizionato sulle colline circostanti.
E sono dei piccoli gioielli d’arte. Gli arredamenti sono antichi, i pavimenti in mosaico e, come suggerisce la parola Boutique, questi dispongono di aree per gli acquisti.
A Lindos si sale e si scende
Lindos è un villaggio in cui la vita cambia decisamente ritmo.
E ti godi la sabbia calda, i sentieri assolati (per cui meglio proteggersi con creme e abbigliamento consono) l’odore del mare. Ci sono le spiagge di Glystra e di Vlycha, ma la parte di mare più bella appartiene alle due baie. La baia di Lindos, che ospita l’antico porticciolo, e la Baia di San Paolo.
Poi si sale. Sopra la montagna che protegge il villaggio è visibile l’Acropoli di Lindos.
Il percorso si può tranquillamente fare a piedi, ricorda sempre la protezione solare, non ci sono alberate in soccorso. Oppure si può salire a dorso di mulo. Esiste dabbasso una vera e propria stazione di muli, quindi se pensi di non farcela o vuoi provare un’esperienza diversa, lasciati guidare dall’animale.
Tra le divinità
Saliti i mille gradini, una volta in cima, il panorama si spalanca davanti agli occhi. L’aria è frizzante, piena di celeste. E la terra contrasta decisa con la sua archeologia. La Baia di San Paolo appare più come un lago che come un’insenatura.
L’Acropoli è un insieme di identità. C’è il Tempio di Atena Lindia, la Dea della Sapienza, delle Arti e della Guerra, figlia preferita di Zeus, dalla quale Lindos prende il nome. E c’è il Castello dei Cavalieri di San Giovanni che, nonostante abbia perso una parte del suo costruito, si staglia possente sopra il villaggio.
Il Tempio ha solo poche colonne rimaste e un portico dorico. Effettivamente è in piedi dal IV secolo a.C. il che lo rende davvero prezioso. Inutile dire che si sposa perfettamente con la vasta distesa di mare. La posizione di questo tempio, che oggi osserviamo affascinati con lo spirito dei viaggiatori, è soprattutto il risultato del grande rispetto che gli antichi greci avevano per le divinità.
La trireme di Lindos
In questa area archeologica si trova anche un piccolo gioiello scultoreo: la nave di Rodi scolpita nella roccia.
Si tratta della rappresentazione di una trireme, cioè un’antica nave da guerra della flotta ateniese con tre ordini di vogatori, che ricorda l’abilità marittima di Lindos. Questo ritaglio di roccia era alla base di una statua realizzata da Pitocrito, lo scultore della ben nota Nike di Samotracia, oggi conservata nel Museo del Louvre, a Parigi.
Il Castello
Il Castello, costruito nel 1317 dall’ordine religioso cavalleresco, subì diversi rimaneggiamenti, tra cui uno sotto il dominio italiano. All’ingresso sventolano diversi stemmi e c’è un’esposizione di armi. All’interno di questo corpo di pietra, gigante, ci si sente protetti. Da qui altri panorami, bellissimi, assoluti.
Nei dintorni di Lindos
Poco distante da Lindos c’è un luogo sacro, si chiama Monastero di Tsambikas. Per chi non riesce a raggiungere il picco su cui è eretto, a valle è stata costruita la Chiesa omonima contenente l’Icona della Vergine Maria.
C’è una leggenda su questa icona diventata meta di pellegrinaggio.
Il miracolo
La trovò un pastore guidato da un piccolo lampo di luce che risplendeva tra le colline. Gli abitanti di Lindos tentarono, una volta scoperta l’icona, di portarla in paese ma questa di nuovo spariva per ricomparire nello stesso posto dove era stata trovata. Così i cittadini si videro costretti a lasciarla lì, ma non senza averle prima costruito intorno un luogo in cui pregarla.
Divenne, per alcuni fatti miracolosi, la Vergine delle donne che non riuscivano ad avere figli. E il nome da donna Tsampika, o da uomo Tsampiko, che non è molto comune altrove, si deve proprio a quei miracoli. Sono di certo figli di quelle donne che si sono inginocchiate davanti all’icona sacra.
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