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Miti e Leggende
L’incontro con l’Aurora Boreale è poesia. Un momento di grande spiritualità che, secondo la tradizione nordica, evoca lo scintillio delle armature delle Valchirie. Queste divinità femminili venivano inviate dal Dio Odino ad accendere le battaglie e a individuare tra gli uomini i guerrieri valorosi.
Stefano forse non è un eroe della mitologia nordica ma è un esploratore e viaggiatore curiosissimo. Un ragazzo che si fa guidare dalla sua sensibilità e da una cartina. Ci ha raccontato la sua esperienza in Nord Europa, e noi ve la proponiamo.
Il racconto inizia così…
“Ho dedicato ben tre viaggi al Circolo Polare Artico per vedere la Dama Sfuggente. La mia prima esperienza risale al 2015 nella Lapponia Finlandese, anche se il vero viaggio era iniziato in testa molto prima. Tra quei sogni che tieni una vita chiusi nel cassetto. Ho soggiornato ad Inari, una piccola cittadina-presepe le cui strade erano percorse dalle Renne”
L’emozione era altissima, ci rivela Stefano, soprattutto per tutti gli anni di attesa. Ma si sa, certi eventi, non hanno orari. E nemmeno le nuvole ce li hanno. Quando decidono di mettersi in mezzo non si può soffiarle via.
“Eh, sì, perché le luci del Nord dipendono dall’attività della nostra Stella, il Sole. Più questo è alto e più l’aurora è intensa e multicolore. Più è alto e più sarà facile che si liberi in aria. Il Sole ha un ciclo undecennale in cui tocca il minimo e il massimo della sua attività e quest’anno -dopo il suo minimo solare- è pronto a iniziare un nuovo ciclo. Nei prossimi cinque anni aumenterà sempre di più fino a toccare l’apice nel 2025/2026”
Ma come ci si prepara all’incontro con l’Aurora Boreale?
Stefano si era ben preparato per affrontare il suo incontro con l’Aurora Boreale, ha voluto capire davvero cosa si nasconde dietro questa tempesta di colori che languono nel cielo buio.
“Perché è affascinante, prima ancora di vederla, comprenderla. E più o meno, funziona come un terremoto. Durante le tempeste solari il Sole espelle delle particelle cariche che vanno a scontrarsi con il campo magnetico terrestre. Più il vento solare è forte, e quindi le particelle vengono espulse con violenza, più l’aurora sarà intensa. Qui entra in gioco una scala che va da uno a nove, come quella di magnitudo. Assistere a un -punto quattro- è già qualcosa di incredibile, che stupisce”
Poi come ci suggerisce bisogna tenere conto di altri due aspetti: il buio e le condizioni climatiche.
Durante la sua prima esperienza, cercava spesso dei posti abbastanza bui e scenografici in cui attendere il suo incontro con l’Aurora Boreale. Preparava la macchina fotografica e aspettava. Il cottage in cui soggiornava, sulle sponde del lago, era un incanto, però nel cuore viveva solo l’attesa di quel momento.
“Lo sguardo” ci dice “era sempre rivolto verso l’alto, come una sentinella”.
E quando l’Aurora non si mostra?
Purtroppo, però, in quegli 8 giorni, trascorsi nel freddo del Nord Europa, il clima lo penalizzò. Il manto di nuvole non lasciò mai uno spiraglio per il verificarsi dell’evento. C’erano dei bagliori ma nulla di più.
L’Aurora si lasciò solo percepire.
“Non mi sono dato per vinto. Nel 2017 ho provato di nuovo e, ero talmente determinato che, nei mesi precedenti mi studiai -nei minimi dettagli- il meteo del Nord Europa. Scoprii così che, lungo la costa Norvegese, passa la Corrente del Golfo, un vortice marino atlantico che dal Messico fa risalire le acque calde verso la Norvegia. Questo rende il tempo più mite e una temperatura -lungo la costa- che difficilmente scende sotto i -15°. Così partii per la Norvegia e arrivai a Bleik”
Perfetto per l’incontro con l’Aurora Boreale
Bleik si trova nell’Arcipelago delle Isole Lofoten, è un villaggio di pescatori famoso per la spiaggia bianco-cenere da cui prende il nome (bleik, bianco).
Dopo un viaggio arzigogolato: tre aerei, un traghetto, un autobus e un’auto presa a nolo, Stefano mise piede sulla spiaggia che lo avrebbe segnato per sempre.
“Ero un po’ scoraggiato, anche stavolta l’attività solare non prevedeva tempeste magnetiche rilevanti e le nuvole erano tornate a tormentarmi. Si mise perfino a nevicare. Però avevo fiducia in quei sette giorni che mi ero concesso. E, come ho detto, questi fenomeni non ti avvisano. Ero con i miei amici, stavamo cucinando. Ma, ricordo che -ogni tanto-, andavo in stanza, spegnevo le luci e guardavo fuori dalla finestra. Lo scenario non mutava: c’era una bufera di neve che non lasciava scampo al sogno! Poi le raffiche rallentarono e iniziò a scendere un leggero nevischio, qualche nuvola si intrufolò e qualche stella emerse luminosa. Fu in quel momento che la vidi. Una striscia lunga e orizzontale nel cielo, immobile, si prese la scena ma non sembrava verde. Nel dubbio ho chiamato gli altri, che stavano ingannando il tempo in chiacchiere e giochi da tavolo. Ognuno raggiunse una finestra diversa. C’è chi, quella striscia, la vide, chi no”
Stefano restò a contemplare il buio. Di uscire non se la sentiva, almeno non per un vago sospetto. Fuori c’erano -10°.
Incontro con l’Aurora Boreale solo se è verde
Quella strisciata però era diventata molto più lunga e marcata e il riflesso che emanava magari era dato dai lampioni. Rifletté, poi prese la macchina fotografica, come se volesse verificare qualcosa. La posizionò sul cavalletto e impostò un’esposizione lunga.
“C’era solo un modo per verificare se era verde o no. Alla reflex non sfuggono certe cose. Passarono trenta interminabili secondi. Poi il display mi rimandò l’immagine catturata e io restai a bocca aperta. Era verde. Gli occhi mi si riempirono di emozione e, anche adesso, nel ripensarci ho i brividi. È lei, l’Aurora, mi dissi per convincermi. A quel punto corsi fuori, mostrai a tutti la foto ma loro pensarono a uno scherzo”
Lui non riuscì ad aspettare una loro reazione, corse in stanza, si vestì alla rinfusa, afferrò lo zaino e l’apparecchiatura fotografica, e si precipitò fuori, verso il molo. Gli scarponi slacciati.
L’emozione ha tante voci
Il buio c’era. Era quello giusto.
“Davanti a me c’era il mare, lo raggiunsi. Il rumore delle onde si sparpagliò e, in alto e tutt’intorno, il cielo si colorò di verde. Prima poco poi tanto. È difficile spiegare cosa provai. È un misto di lacrime, di gioia, di stupore, il cuore che batte forte, il freddo che nemmeno lo senti più. Sembra quasi di sentire la propria anima uscire dal corpo. Iniziai a balbettare e poi a urlare di gioia. È “disorientante” l’aurora, perché non sai dove guardare, ti immerge dentro di sé, si muove, danza, cambia forma, colore… sembra Viva. Tutto il resto sparì. Il mare, i lampioni, le case. C’ero solo io, e lei”
Intanto i suoi compagni di viaggio lo avevano raggiunto. C’era chi urlava, chi saltava, chi piangeva. Erano tutti col fiato sospeso, prima incerti poi partecipi di quella meravigliosa presenza-assenza.
“Mi sono accorto allora che è l’Aurora a decidere quando e quanto mostrarsi, a chi mostrarsi e come mostrarsi. È lei che decide lo spettacolo. Un evento senza data, senza un’ora specificata sull’invito. Devi solo cogliere l’attimo, farti trovare lì. L’Aurora non è cosa da impazienti”
Alla prossima Aurora
Stefano aveva testato sulla sua pelle cosa si prova a rimanere all’asciutto. La delusione rischia di farti rintanare sotto le coperte, farti arrendere.
Poi capita invece di rivederla ancora. Mentre andava via da Bleik, l’ultimo incontro con l’Aurora Boreale per Stefano è stato uno spettacolo magnifico. Si aprì sul ponte della nave e rimase a galleggiare nel cielo per ben due ore. Per lui ogni Aurora è unica e irripetibile, perché averla vista una volta non significa che non lasci sorpresi di nuovo, se non addirittura di più.
Si dice che una volta vista l’Africa viene il mal d’Africa. Posso dire con certezza che, una volta vista l’Aurora, viene il mal d’Aurora. Un male che avrai per tutta la vita”
UN LUOGO PERFETTO PER UN INCONTRO CON L’AURORA BOREALE? ECCOLO:
TROMSO CACCIA ALLE AURORE E FOTO ALLE BALENE
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