Diminutivo di Gazometro
Gazi inizia la sua corsa al “quartiere di tendenza” nel 1999, anno in cui le ex-officine del Gas vengono riadattate a Museo Diffuso “Technopolis”.
Molti quartieri, spesso trascurati, in disuso e quindi aperti al malaffare, non lasciano emergere le loro potenzialità. A quel punto è necessaria una visione più ampia. In questo caso, su un’area di circa 30 mila metri quadri, si estendeva questo gazometro dismesso. L’area,
di certo, aveva subito le dure leggi dell’abbandono e non godeva di una buona fama.
I gazometri vennero eretti in moltissime città europee durante la rivoluzione industriale.
Servivano per lo stoccaggio, deposito e regolazione della pressione del gas. L’intelaiatura metallica, a forma di silos, rimase in auge fino a quando il boom dell’energia elettrica e del metano non lo soppiantarono.
Molte di queste strutture vennero demolite, una volta rimaste inutilizzate, altre rimasero incustodite e lasciate corrodere dalla ruggine.
A Gazi la tecnologia incontra l’artigiano
Gazi fu una di quelle strutture recuperate e trasformate in centro multiculturale. Il Museo Diffuso, Technopolis, appunto.
È piacevole sedersi nella piazza circolare creata dal Gazometro, bere un cocktail, oppure frequentare il teatro o il cinema. Ti piacerà senz’altro approfondire le mostre temporanee che spesso vengono ospitate nelle varie sale, o la storia della fabbrica raccontata nel Museo Industriale del Gas. E sarà davvero un’esperienza incredibile ascoltare la voce originale di Maria Callas nel museo a lei dedicato. Non solo le registrazioni ma a tua disposizione potrai avere accesso a documenti, fotografie e oggetti che le sono appartenuti.
Questo centro mantiene vivo il concetto di imprenditorialità e fa suo quello di innovazione attraverso l’istallazione, all’interno del Museo del Gas, di una bottega museale. Gli oggetti esposti, legati all’arte di Gazi, infatti, possono essere acquistati. E nelle mani non avrai soltanto un souvenir ma un lavoro di progettisti industriali greci realizzato da artigiani. Una di quelle collaborazioni che danno qualità a un posto e, in questo caso, a un prodotto.
Questione di stile
Lo skyline delle ciminiere e del Gazometro accoglie, oggi, la movida ateniese.
Il Parco di Gazi è diventato palcoscenico di seminari, concerti di musica, esibizioni culturali e, l’estate, è anche un cinema all’aperto. C’è un’offerta incredibile di locali dove mangiare, bere, intrattenersi, moltissimi caffè alla moda.
E’ una location di tendenza, a mezz’ora dal centro di Atene. L’estate ospita il celebre Festival Jazz Europeo e, è ormai voce di popolo, che i migliori club ateniesi si trovino proprio dentro il perimetro di Gazi. Così come è noto il suo carattere “gayfriendly”.
Un quartiere con le tipiche case a un piano e gli edifici in pietra, stile neoclassico, e le vie che profumano di gelsomino o di pane appena sfornato.
Notti di Gazi
Nei ristoranti ti sarà facile trovare il pesce freschissimo, degustare l’olio d’oliva biologico di Creta, perderti nella proposta delle pasticcerie.
E la notte, se ami ballare, Gazi è il posto ideale per te. C’è l’atmosfera del vecchio e del nuovo che si mescolano, creando un ambiente di grande richiamo, e non solo tra i giovani.
Per esempio, un locale diverso potrebbe essere il MoMix. La musica elettronica fa da sottofondo mentre il bartender ti propone drink dai nomi a cascata, tipo “Alcohol Bubbles”, Molecular Highlights”, “Blitz-Art”. Sarai di certo contagiato dalla sperimentazione molecolare e dalle “caramelle” alcoliche che esplodono in bocca. Un’esperienza nell’esperienza.
Le identità ritrovate
La fabbrica venne fondata nel 1857 e rimase attiva fino al 1984. Da luogo di lavoro è divenuto luogo di intrattenimento e cultura. Quello che si dice un bene restituito alla comunità in altra forma.
Ma perché un luogo abbia spessore bisogna che sia abitato dall’arte. E, di certo, l’aver chiamato alcune sale con il nome di poeti greci le conferisce una sua storia personale, oltre a quella legata all’ex-officina.
Inoltre, l’intero complesso è stato dedicato al grande compositore Manos Hatzidakis, considerato uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi, la cui opera in vita è stata quella di far conoscere al mondo l’identità popolare greca.
Un filo invisibile lega ogni punto di questo spazio. E si estende perfino alla vicina Kerameikos, anticamente quartiere dei vasai e, successivamente, il più antico e grande cimitero della regione dell’Attica.
Una Necropoli diventata sito archeologico in cui la storia è stata recuperata nell’attiguo Museo.
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