Sali e scendi
Corinto è una di quelle città che sono morte e rinate un centinaio di volte. Distrutte per mano degli uomini e delle guerre ma anche di terremoti e incendi che non le hanno lasciato scampo.
Si è aperta al mondo e poi richiusa. Ha gestito i traffici commerciali verso le colonie in Magna Grecia, è diventata potenza marittima della lega peloponnesica ed ha assunto un ruolo fondamentale nella lega achea.
Si potrebbe pensarla privilegiata ma quanto di quel privilegio le è stato favorevole?
L’indubbia posizione tra il Mar Ionio e il Mar Egeo, la rendevano una ciliegina sulla torta. E tra due porti, il Cencrea e il Lecheo, che guardavano alle rotte commerciali come si guarda a un antico tesoro.
La Corinto degli altri
Ne aveva Corinto di ricchezze da spendersi per diventare la prima città della Grecia. Ma, in tantissime occasioni, la città perse contro nemici più grevi pagando sempre un prezzo troppo alto.
La battaglia di Corinto fu una di queste e, in quel caso, Roma non vi fondò solo la Colonia Iulia Corinthus, cioè una colonia in onore di Giulio Cesare, ma modificò l’intero assetto della Grecia, strappandole qualsiasi autorità.
Il vero massacro di queste invasioni, a parte i morti che si lasciavano dietro, erano i destini delle donne e dei bambini ad essi legati. Questi venivano presi e strappati dalle loro case, venduti come schiavi.
Si potrebbe pensare che Lucio Mummio -magari mosso da compassione-, nel caso della presa di Corinto, avesse voluto mettere in salvo almeno loro, prima di dare tutto alle fiamme. In realtà, simili gesti erano solo un modo per acquisire più potere, avere merce di scambio da esibire. Una vera crudeltà.
E alla fine arrivò la Seta
Quando visiti una città che ha tante cicatrici fermati ad ascoltare il tempo che scorre, fermati davanti ai suoi edifici, o a ciò che ne è rimasto. E guardali non solo da un punto di vista artistico ma culturale. Dietro ogni graffio, o macchia, un intero popolo se n’è andato lottando.
Le vicissitudini di Corinto continuarono sulla stessa traccia. Sui suoi territori si ripeterono disastri naturali e prese di potere, non ultimi arrivarono i Visigoti di Alarico I, che le strapparono impunemente di dosso qualsiasi lembo rimastole su; e un terremoto in cui persero la vita 45 mila persone.
Un destino avverso ha oscurato questo luogo dalle mille facce trasfigurate.
Fu con la seta che le sorti si risollevarono. Siamo nel XII secolo e l’industria di questa prosperosa stoffa mise radici anche qui.
La seta divertiva, era leggera da trasportare, intorno al suo sontuoso svolazzare si definì un mondo intero.
La cultura si muoveva anche intorno alle maestranze, ai manufatti, c’era vivacità nelle tinte ma anche eleganza. Era un tessuto amato. Per questo sotto il suo influsso la città riprese vita.
I tanti ruoli di Corinto
Ma la nuova favola e il mondo sontuoso che gli girava intorno attrassero i Normanni che la depredarono, ancora una volta, lasciandola più povera di sempre.
I tessitori di seta vennero deportati e, da questo momento, ogni possibilità di rialzarsi si infranse. Passò sotto il Principato d’Acaia, prima, e dell’Impero Ottomano, poi.
Corinto venne ribattezzata Gördes , e trasformata in un “sangiaccato”, cioè in un distretto. Le sue sorti parevano essere dettate da una roulette russa che in modo spietato e casuale la volevano un giorno suprema, e un giorno tomba di una nuova depredazione.
Un giorno occupata dai veneziani, un giorno capoluogo, e un giorno sangiaccato. Un giorno potenza marittima, e un giorno sede dei giochi Istmici.
Non fu mai capitale del Regno di Grecia, sebbene -per un momento- nell’arco della storia l’ipotesi di una sua avanzata si paventò. Ma nulla.
Senza tregua
Quindi di nuovo un terremoto e di nuovo un grandissimo incendio la rasero al suolo e, di nuovo, venne ricostruita.
Nel visitare la parte antica, l’Acropoli di Acrocorinto, è facile immaginarsi del perché fosse al centro di tante situazioni diverse.
Ti troverai su una collina di roccia, in fondo l’incanto del mare Egeo, in un lembo di terra crocevia di tanti commerci ma anche di tante vite.
Intorno, le mura fortificate circondano il fronte roccioso, un vero baluardo per difendersi dai nemici. Ma non gli bastarono come la storia ci racconta.
Potrai visitare, all’interno del Castello, un interessante giardino botanico, i fiori selvatici endemici lo hanno inserito nella rete ecologica per la conservazione della biodiversità dell’unione Europea.
E ovviamente non potrai mancare il Canale di Corinto la cui fama lo precede.
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