Moda sul mare
Per Mary Katrantzou il bisogno di tornare in Grecia c’era già da tempo, piuttosto non si era mai presentata l’occasione. Che però è arrivata ed è coincisa con il decimo anno dalla nascita del suo brand.
Non poteva dire di no al richiamo dell’ellinikótita, cioè della “grecità”.
Il pensiero i Mary Katrantzou
La pittura concettuale naturalistica stampata prima sui gioielli, poi sugli abiti, è l’elemento stilistico che la rendono originale e un po’ “fatina”.
Ritroviamo, così, il suo mondo interiore disegnato sui corpi delle modelle. Ma non c’è solo la voluminosità dei tagli a graffiare l’alta moda della giovane stilista greca, non solo quelle stoffe arricciate o le frange, o le piume, a esaltare un pensiero.
Il potere del pensiero, è la magia della mente”
scriveva Lord Byron e, di certo, Mary Katrantzou ne è posseduta. E, una delle frasi più fresche del suo repertorio “…Posso creare possibilità dall’impossibilità, surrealismo dal realismo e viceversa…” sembrano confermarlo.
E’ così che dal raffinato studio delle stampe, che la connotano da sempre, fuoriescono gli elementi propri dei templi: il plissè, lavorato fitto, ad esempio, diventa una colonna. La mantella, che è un elemento ricorrente della sfilata, sia lunga che corta, è l’interpretazione del Dio Helios che guida nel cielo il carro splendente del Sole. Nella mente della Katrantzou questa diventa vestito, non accessorio, ed è regale, sontuosa, in seta o satin, in tulle.
Il reggiseno, ricamato di perle, che ostenta la femminilità diventa Nemesi, la personificazione della Giustizia, così tanto carismatica e forte da distribuire il Fato per mezzo della Bilancia.
Passerella tra le colonne greche di Capo Sounion
La Grecia, ma soprattutto il luogo-simbolo che Mary Katrantzou ha scelto, per far dialogare la sua anima in ascesa, con gli Dei, è stato il quadro perfetto della sfilata. Il Tempio di Poseidone a Capo Sounion rappresenta il mito greco, ma anche il mare, i suoi orizzonti e i suoi tramonti romantici.
Sembrerebbe essersi ispirata a Platone, che scriveva:
La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l’infinito”
e lei ha fatto proprio questo. Ha pensato al luogo -in assoluto- dove, da piccola, andava a cercare terra, cielo e mare, al punto esatto in cui convergevano. Dove riusciva a elaborare i suoi pensieri.
Dalle rocce di Capo Sounion, il Re di Atene, Egeo, si gettò in mare dando il nome a questo tratto di Mediterraneo.
Il defilè si imbatte così anche nel leggendario Teseo, fondatore della popolazione antica degli Ioni e padre della patria e della democrazia in Occidente.
Dalla leggenda ai colori delle stoffe
Il Tempio di Poseidone che emozionava i marinai di ritorno a casa da lunghe traversate, fu il luogo da dove Egeo attese il figlio Teseo, di ritorno dall’Isola di Creta. Essendosi lasciati tre anni prima con la promessa che, una volta sconfitto il Minotauro, al rientro –Teseo- avrebbe spiegato le vele bianche, Egeo, pregò di vederlo rientrare trionfante. Invece, il figlio, dimenticatosene, lasciò issate quelle nere. Il padre, in questo qui-pro-quo, pensandolo morto, si gettò tragicamente in mare.
La celebrazione di queste acque sta negli strati di stoffa blu portati in passerella, resi vivi da fini ricami, luminosi cristalli di Swarovski, e un flow di balze, morbide come onde.
Lo stesso si può dire per le tinte smeraldo, l’acquamarina e l’oro che hanno amplificato i rami del mare, le profondità più nascoste, gli abissi per poi riemergere nei fondali di sabbia bianca. Fino al bianco puro custodito nei grappoli di case arroccate sulle alture greche. O al bianco e nero dei marmi da cui prende respiro un abito sferico, che annulla le forme e conduce la donna al centro.
Il viaggio di una stilista nel tramonto greco
Questa stilista, dall’innato talento, ha portato un tocco di viaggio nel viaggio. Con rotondità leggere, emisferi, da cui hanno preso vita dei mappamondi intessuti di petali di seta, che sono uno sguardo al futuro. Rappresentano oggi, uno spirito propositivo verso gli spostamenti, le destinazioni, le rotte.
I look, tutti volutamente evocativi della Grecia, e tutti che strizzano un occhio alla tecnologia moderna, sono stati raccolti dall’esperienza degli artigiani greci che hanno lavorato agli accessori, calzature e gioielli. Come dire, una vera compartecipazione di stile, fatta da professionisti greci, che hanno impreziosito la già raffinata produzione della stilista Mary Katrantzou.
Abbinamenti fatti per contrasto con lo scopo unico di portare la Grecia ma anche l’Elpida Association -ente benefico che si occupa dei bambini malati di cancro- al centro dell’evento.
Non è stato semplice ottenere una location così esclusiva e, soprattutto, vincolata da un regolamento (quello del Consiglio Archeologico Centrale greco) che tutela i monumenti e i siti archeologici antichi. Ma la causa era giusta e, ancora una volta, il potere del pensiero è stato determinante. Così per la prima volta un Tempio, simbolo sacro dell’età dell’Oro ateniese, è diventato parterre di un evento privato.
Il Tempio di Poseidone, il promontorio di Capo Sounion e perfino il tramonto, che in questi spazi aperti è sempre protagonista, hanno fatto un inchino a Mary Katrantzou e al suo pensiero ellenico.
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